Calarsi nei panni altrui, anche in azienda è possibile
Aggiornamento: 7 nov 2023
Attraverso la Costellazione, “entro nei panni dell’altro” e… lo comprendo
“Uno dei momenti in cui cresco interiormente e, contemporaneamente acquisto più sicurezza nella vita, è quando permetto a me stesso di capire veramente un’altra persona. Questa frase può sembrare strana… è davvero necessario permettere a se stessi di capire un altro? Penso proprio di sì. La prima reazione alla maggior parte delle affermazioni degli altri, è un’immediata valutazione, un giudizio, piuttosto che il tentativo di capire veramente. Quando qualcuno esprime un sentimento, ha una sua propria opinione o assume un atteggiamento, la nostra tendenza quasi istantanea è di pensare: “Ha ragione”, oppure :”Che stupidaggini”, “Non è normale”, “Non ha senso”, “E’ sbagliato”, e via di seguito. E’ molto raro che permettiamo a noi stessi di capire esattamente il significato dell’affermazione che ha scatenato tutte queste reazioni. Penso che ciò accada perché comprendere è spesso rischioso. Se permetto a me stesso di comprendere un’altra persona, potrebbe capitarmi di venire alterato da ciò, e tutti noi abbiamo paura del cambiamento. Pertanto, non è cosa facile permettersi di capire qualcuno, entrare empaticamente e completamente nel suo modo di pensare. E’ anche una cosa molto rara.” Carl Rogers
“Se esiste un segreto del successo, direi che sta tutto nel riuscire a vedere dal punto di vista dell’altra persona, a uniformarsi all’angolo di visuale altrui” Henry Ford
Chi può negare di avere mai assunto atteggiamenti come quelli descritti da Rogers o aver desiderato di comprendere profondamente una persona? Siamo portati a giudicare in continuazione, e attraverso il giudizio costruiamo la nostra mappa di orientamento per le nostre scelte. Poter però “mettere a tacere la mente giudicante” ed entrare empaticamente e senza sforzo nei panni di un’altra persona, magari proprio nei panni di chi non sopportiamo e preferiamo tenere lontano, è un dono prezioso, che fornisce comprensioni toccanti.
Attraverso le Costellazioni si può ottenere tutto questo:
Partecipare come rappresentante a una Costellazione e interpretare un ruolo lontano dal nostro personale modo di essere è un’esperienza di profonda trasformazione che può prolungarsi oltre la durata della Costellazione e porta a un ampliamento dei propri confini individuali.
Nell’essere rappresentanti di qualcuno, abbiamo la preziosa opportunità di “entrare nei suoi panni”, possiamo percepirne le emozioni, le paure, le contraddizioni, i pensieri; ci caliamo nelle sue strutture relazionali ed emotive e vediamo la vita attraverso i suoi occhi.
Da questa nuova prospettiva, arrivano comprensioni molto profonde e quasi automaticamente, cade ogni pretesa di giudizio…
L’Hr Manager di un’azienda, diventa meno “arcigno e spietato” dopo che lo abbiamo rappresentato in una situazione di conflitto sindacale, ne abbiamo provato in prima persona tutte le sfumature emotive, dalle ansie al senso di oppressione e confusione fino alla paura e alla tristezza. Allo stesso modo, il Direttore Acquisti è “meno esoso” una volta che abbiamo percepito le fortissime pressioni che riceve dai Titolari dell’azienda… E ancora, l’Addetto alla Manutenzione è “meno attaccabrighe e piantagrane” quando ne abbiamo vissuto le paure e i conflitti con i colleghi.
Ciò non significa assumere un atteggiamento buonistico verso tutti, ignorando le responsabilità e le conseguenze delle azioni altrui, ma è un “sospendere il giudizio”. La sfumatura è abbastanza sottile ma fondamentale: giudicare separa e divide, pone i giudicanti “al di sopra” dei giudicati, crea la divisione tra vittime e carnefici, accresce il conflitto. Sospendere il giudizio e lasciare a ciascuno le proprie responsabilità è, invece, un atteggiamento che accresce l’unione, aumenta l’empowerment e pone ciascuno di fronte ai propri limiti e potenzialità.
La mente razionale sa bene ciò che ci ha creato dolore, identifica chiaramente i gesti e le azioni che il collega ha agito nei nostri confronti ferendoci, ma il sentimento che proviamo nella parte più profonda di noi stessi può essere collocato in uno spazio che è oltre questa divisione.
Rappresentare qualcuno permette di scoprire dentro di sé lati e vissuti emotivi di cui forse non si ha ancora fatto esperienza, ma che ci appartengono inconsapevolmente e, vivendoli, possiamo forse diventare più saggi.
Articolo di G.M. Bonalume
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