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Immagine del redattoreGiovanna M. Bonalume

Giovani, imprenditrici e Madre Natura

Aggiornamento: 7 nov 2023

In ambito aziendale da qualche anno al termine “risorse umane” si è affiancato quello di “capitale umano”, ove nel secondo caso ci si riferisce anche agli aspetti inerenti il potenziale sviluppabile dai collaboratori, con adeguata formazione. Le due definizioni rimandano anche ad una distinzione più sottile: le “risorse” si consumano, il ”capitale”, per poter essere impiegato al meglio, richiede l’approccio ad una dimensione di cura e gestione attenta, responsabile, consapevole.

Si tratta di un codice culturale nuovo, soprattutto per l’ambito del business: cura, attenzione, valorizzazione, invece di consumo, sfruttamento e spreco.


Economia circolare e ambiente

Sulla scia di questo riemergente trend di pensiero, si colloca anche la ripresa di vigore della filosofia dell’Economia Circolare: un ripensamento radicale dei modelli produttivi “classici” che consideravano piuttosto lontana l’inesauribilità delle materie prime. Con l’Economia Circolare fin dalla scelta più responsabile delle materie prime, tutti i prodotti vengono pensati per essere riciclati o trasformati in altro, a fine ciclo. L’intera filiera produttiva viene ottimizzata. I primi a sostenere questo cambio di paradigma, sono stati i nostri giovani che, scesi in piazza ovunque, perseverano nel reclamare l’attenzione all’ambiente, e i recenti eventi pandemici, hanno acuito a vari livelli l’interesse collettivo verso questi temi.


Giovani e bene collettivo

Da un convegno di Confindustria (2019) è emerso che i neolaureati del Nord Italia preferiscono inserirsi in realtà lavorative attive nella salvaguardia dell’ambiente o che, quanto meno, ne rispettino il più possibile le necessità; oltre a ciò, desiderano poter disporre di tempo “altro” che non sia dedicato al lavoro. Tempo riservato alle proprie passioni e relazioni interpersonali, la cui giusta cura e attenzione consente un maggior equilibrio (come non ricordare il work life balance??) Anche in questo noto un’evoluzione: forse, da qualche parte, vivono già il lavoro come una possibilità di essere al servizio di un “bene più grande”, un “bene collettivo’’ che già di per sé è fonte di appagamento e soddisfazione. Non è una novità: impegnare le proprie energie in ciò in cui si crede, è un desiderio ampiamente condiviso. I nostri giovani si stanno impegnando per concretizzarlo.


Donne e natura

Sono tutti processi di crescita che conducono ad un ridisegnamento delle scale valoriali, alla rifocalizzazione circa le priorità, ad un passaggio da una dimensione soggettiva dell’“Io”, a quella più ampia del “noi”, in cui questo “noi” include anche la ripresa di relazione con gli aspetti ambientali, con l’ecosistema, con il sentirsi parte del tutto. Del resto, è dalla notte dei tempi che Madre Natura elargisce a piene mani benessere. Che si tratti di erbe, piante, fiori, paesaggi, acque, rocce, minerali, cristalli etc, etc... è innegabile il suo potere taumaturgico; ed è proprio questa riscoperta che anima anche molte giovani donne, desiderose di riscoprire in se stesse la ciclicità della natura e dei suoi ritmi; giovani donne interessate all’esplorazione e alla conoscenza degli aspetti più antichi e meno scontati del femminile, impegnate attivamente per la salvaguardia dell’ambiente, fin dai più piccoli gesti quotidiani.


Giovani e soft skills

A testimonianza di quanto scritto sopra, condivido volentieri una recente esperienza: in qualità di Mentor ho seguito un gruppo di giovani coinvolti in una start up per la realizzazione di un progetto green. Beh, che dire?? Ho incontrato ragazzi e ragazze che nonostante la pandemia, le ore infinite trascorse in DAD e i programmi di studio da rispettare, hanno creato un progetto davvero innovativo, realizzandone anche un prototipo. Sono ragazzi che hanno a preso a cuore l’ambiente, che hanno colto l’opportunità di dare il proprio contributo e spendere attivamente la creatività, che hanno appreso nuove metodologie, accettando di mettersi in gioco e lasciare una loro impronta. È stato facile? No, e lo scrivo con cognizione di causa; eppure, ce l’hanno fatta. Hanno raggiunto un notevole primo successo: hanno vinto il primo premio. In termini di selezione del personale si è trattato di un passo concreto di realizzazione di soft skills, che sempre più frequentemente vengono richieste: proattività, capacità di azione e non solo di re-azione, abilità realizzativa, competenze relazionali e team working. Notevole direi.


Natura e amore

Sono semplici testimonianze di quanto anche il mondo del lavoro stia cambiando, cercando spunti e possibilità di nuove vie da percorrere, che tengano conto che siamo da sempre responsabili della connessione con la natura. Si tratta pur sempre di crescita, di nuove consapevolezze e… di amore. Si, dal mio punto di vista prendersi cura della natura, in fin dei conti, significa semplicemente amarla.




Durata: ca. 2 minuti


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